In ricordo di Richi Bellini (consiglio comunale del 14.03.2016)

Fabio Canevascini

Fabio Canevascini

Breve intervento fatto all’inizio del consiglio comunale del 14.03.2016.

Riccardo Bellini, “Ricki”, ci ha lasciato.

Figura nota in tutto il paese, grazie anche al suo decennale impegno come maestro delle scuole comunali, Riccardo è stato un compagno di strada per molti di noi che oggi siedono tra questi banchi, mentre i più giovani se lo ricordano dietro la cattedra o come direttore della colonia estiva di Bosco Gurin.

La politica lo ha impegnato per tanta parte della sua vita, e non solo durante la sua militanza nel consiglio comunale: nei periodi dove non sedeva tra i banchi, le discussioni si accendevano in strada, nei bar. I suoi contributi, i suoi consigli, erano sostanziosi, per me a volte illuminanti, ma anche critici.

Il raggiungimento di una giustizia sociale, del sostegno ai disadattati, agli anziani, ai più bisognosi, sono sempre stati i suoi cavalli di battaglia, così come lo sforzo per motivare e riportare i giovani ad interessarsi del bene pubblico e della politica.

Proprio nel suo discorso d’insediamento quale presidente del consiglio comunale nel 2001, Riccardo ci rendeva attenti ai segnali, che già allora si manifestavano, di uno scollamento tra la società nel suo insieme e chi fa politica. E sottolineava che la cosa più preoccupante era il constatare che i giovani non amano la politica: non la amano perché non suscita in loro interesse e l’interesse non lo si può imporre con la volontà, ma nasce unicamente dal legame emozionale, affettivo. Dunque se non c’è questo legame, questo gioire nel fare e nell’essere riconosciuti, e c’è invece un rapporto di reciproca disaffezione, quando non di assoluta incomprensione, difficilmente potranno riavvicinarsi alla politica.

Alla fine della sua analisi Riccardo invitava tutti noi ad ascoltare attentamente i giovani dando importanza alla loro voce, ai bisogni, alle richieste mettendo loro a disposizione gli strumenti necessari per partecipare al dibattito civile e alla vita politica.

Auspicava la collaborazione con le scuole per incentivare attività pratiche di osservazione e analisi della nostra realtà o per l’organizzazione di dibattiti su temi controversi per permettere ai ragazzi di esprimere il loro senso critico rispettivamente la loro relazione conflittuale con la società.

Tutto ciò parlando loro con un linguaggio semplice, diretto, che bandisca il politichese e il burocratese.

Concludeva l’intervento affermando che “avvicinare i giovani alla politica significa ascoltare le loro parole e comunicare con loro, ma nella loro lingua, che raramente è la nostra.”

Riccardo ci mancherà; mancherà a tutti noi, anche per questo suo modo passionale di vedere e affrontare i problemi di un mondo sempre più difficile da capire, ma nel quale, comunque, sopra ogni cosa bisogna mettere la ricerca della giustizia sociale e ciò, come Ricki ha esposto nel suo discorso del 2001, sarà anche compito dei giovani di oggi: dipende però da noi fare in modo che la loro voce non si disperda.

Grazie Ricki !

 

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