risposta: Senza tetto: come trattare i casi urgenti

Fabio Canevascini

Fabio Canevascini

Signor
Fabio Canevascini
e cofirmatari
Deputati al Gran Consiglio

Interrogazione 10 dicembre 2012 n. 302.12

Senza tetto: come trattare i casi urgenti

Signori deputati,

la vostra interrogazione pone alcune domande che in parte si rifanno ad analoghe questioni sollevate da precedenti interrogazioni alle quali il Consiglio di Stato ha già risposto. In particolare si rinvia alla risposta del 29 maggio 2012 all’interrogazione n. 35.12 “Strutture per l’accoglienza dei senza tetto” del 6 febbraio 2012.

Rispondiamo qui di seguito alle vostre domande.

1. Per quali motivi il Consiglio di Stato ritiene ancora non necessaria l’apertura di un centro che possa ospitare i cittadini provenienti da altre regioni d’Europa e che stanno attraversando un momento di oggettiva difficoltà?

Richiamata la risposta all’interrogazione n. 35.12 e alla luce dell’esperienza dei mesi invernali 2011/2012 e 2012/2013 si conferma che il numero di richieste di aiuto d’urgenza rimane contenuto. Quindi, in base a questi dati l’apertura di un centro invernale non sarebbe giustificata. Va inoltre chiarito che questa particolare tipologia di persone, cioè cittadini provenienti da altre regioni d’Europa alla ricerca di un lavoro, non rientra nel quadro dei potenziali beneficiari previsti dall’aiuto d’urgenza.

2. In quale misura il Consiglio di Stato ha monitorato le fluttuazioni (arrivi e partenze) di cittadini in situazioni d’emergenza che potrebbero necessitare di misure legate all’alloggio d’emergenza?

L’Ufficio del sostegno sociale è aggiornato settimanalmente sull’occupazione di Casa Astra ed è in contatto costante con i partners presenti sul territorio e con la Polizia cantonale. Questo permette un monitoraggio costante del numero e della tipologia di possibili richieste di aiuto d’urgenza. Si sottolinea tuttavia che i fenomeni rappresentati dalle persone bisognose di accoglienza temporanea (e dai clandestini) sono difficili da monitorare per due ragioni. In primo luogo a causa dello statuto precario e/o della mobilità, nello spazio e nel tempo, di queste persone. In secondo luogo va considerato che esiste una parte invisibile e sommersa di questi fenomeni che sfugge alle nostre valutazioni.

3. Esistono dati relativi ai bisogni di alloggio di persone in difficoltà?

In base all’esperienza maturata durante gli ultimi due inverni è stato dimostrato che, oltre ai bisogni soddisfatti dalle istituzioni private, il numero di richieste d’intervento giunte all’Ufficio del sostegno sociale sono state sporadiche e limitate a pochi casi. A titolo informativo, si evidenzia che sull’arco del 2012 sono 30 le persone che hanno hanno richiesto delle prestazioni di aiuto d’urgenza: tutti i casi sono stati collocati con successo in strutture già esistenti o aiutati in vista del rimpatrio al Paese di provenienza.

4. In quale modo, se il Centro di pronta accoglienza non sarà aperto, il Consiglio di Stato ritiene di poter far fronte a dette situazioni d’emergenza?

Benché l’inverno 2012/2013 non sia ancora concluso, si conferma che ad oggi la modalità di gestione delle richieste di aiuto d’urgenza, messa in campo dall’USSI in collaborazione con la Polizia cantonale, si è rivelata appropriata ed efficace. Per quel che riguarda le persone bisognose di accoglienza temporanea, visto quanto esposto, non si ritiene vi siano al momento le premesse e neppure la necessità di implementare modalità diverse di gestione dei casi di aiuto d’urgenza. Tuttavia, non si esclude – alla luce di eventuali nuove esigenze – che il dispositivo possa essere ulteriormente affinato e migliorato.

5. Il Consiglio di Stato è tutt’ora dell’avviso che un semplice numero di telefono d’emergenza sia sufficiente?

Sì, la procedura implementata prevede l’attivazione di un numero di telefono di emergenza e di un picchetto durante le festività. Si tratta di un numero di telefono grazie al quale inizia la procedura specifica a dipendenza del tipo di aiuto richiesto e della tipologia di richiedente, assicurando la presa a carico immediata della persona che sollecita l’intervento d’urgenza.
Il Consiglio di Stato ritiene che l’attuale procedura di gestione dei casi di aiuto d’urgenza sia adeguatamente strutturata ed efficace.

6. Se sì, sulla scorta della passata esperienza (ristretto numero di utenti, comunicazione per il tramite di mail), come prevede il Consiglio di Stato per l’inverno 2012/2013, di organizzare campagne o azioni di pubblicizzazione agli addetti ai lavori (intesi come enti, associazioni, operatori sociali e alla popolazione) di detto numero d’emergenza attraverso altri canali (quali ad esempio i giornali, la radio, la televisione o il web)?

Allo scopo di migliorare l’informazione sulle procedure di segnalazione e richiesta dell’aiuto d’urgenza durante le festività, il 21 dicembre 2012 il Dipartimento della sanità e della socialità e la Polizia Cantonale hanno emanato un comunicato stampa congiunto “Aiuto d’urgenza per le persone in situazioni di emergenza – piano d’intervento durante le festività”, ripreso da tutti i mass-media, con tutte le informazioni per la richiesta del picchetto di emergenza. Inoltre, un volantino informativo e i principali numeri telefonici d’urgenza sono pure stati messi a disposizione degli enti e partners che ne facevano richiesta.

Vogliate gradire, signori deputati, i sensi della nostra stima.

PER IL CONSIGLIO DI STATO
Il Presidente: P. Beltraminelli
Il Cancelliere: G. Gianella

Senza tetto come trattare i casi urgenti 302.12

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